L’industria alimentare rappresenta il secondo settore, per fatturato, dell’economia italiana. Il made in Italy attrae e, fatalmente, anche il “crimine” agroalimentare è in costante aumento. L’“identità” del cibo è a rischio: soprattutto i prodotti “trasformati” sono oggetto di frodi sempre più sofisticate, pressoché in ogni comparto (lattiero-caseario, oleario, vinicolo, biologico, ecc.).
Nell’attuale dimensione degli scambi – sempre più allargata ad un mercato globale – sono le persone giuridiche il principale referente criminologico.
Il volume tratta, con taglio pratico, i profili di responsabilità dei soggetti collettivi operanti lungo la filiera alimentare, analizzando il moderno armamentario del “ Sistema 231 ” che, in questo momento, funge quasi da amplificatore dei vetusti e deboli strumenti penalistici applicabili individualmente agli “agropirati”.
Tratteggiati i profili di disciplina generale della responsabilità “penale” delle persone giuridiche, vengono approfonditi i singoli reati presupposti declinabili alle società dell’industria del food and alla luce della più recente giurisprudenza in materia. Quindi, dopo la disamina delle Linee guida di categoria dell’industria di settore, si propone un Modello organizzativo “ideale” applicabile, a fini esimenti, all’Ente alimentare.