È il linguaggio a dar forma ai fatti e il giornalista deve utilizzarlo al meglio.
Il giornalista è un mediatore intellettuale tra fatto e diffusione pubblica della conoscenza di questo fatto: una definizione ormai costante nelle sentenze della Corte di Cassazione. E allo stesso tempo il ruolo del giornalista è anche – secondo una classica definizione della Corte europea dei diritti dell’uomo – quello di “cane da guardia” delle istituzioni.
Per la cronaca giudiziaria la necessità di un corretto linguaggio è accresciuta dalla considerazione che essa riguarda una funzione istituzionale fondamentale per uno Stato moderno, la giurisdizione. L’uso del linguaggio appropriato è collegato alla conoscenza di tutti i passaggi dell’attività giudiziaria e così il lavoro parte dalla notizia di reato per giungere ai processi e alle Corti internazionali, includendo anche settori collaterali come le procedure fallimentari e tributarie.
Un manuale con esempi e osservazioni critiche su un folto campionario di articoli.